I giorni dopo la morte della nonnina, turbata dalla perdita di questa sempre presente e a volte severa figura, mi chiedevo se fosse stato il caso di correre.
Correre per me è fonte di gioia, starbene ecc. e tante altre cose che mille volte ho già scritto.
La domenica, rientrata in Torino ho corso, per pochi km ma ho corso. Mentre correvo decine di volte il mio pensiero è andato a lei. Decine di volte mi è apparsa nella memoria la fotografia delle ultime carezze che ho fatto alle sue mani fredde. Più correvo, più sentivo la forza vitale della mia corsa, proprio in completa contrapposizione a cosa era successo il giovedì.
C’era una temperatura primaverile con leggera brezza, cosa che non sopportava lei,.. e come tutti i contadini si lamentava di ogni situazione meteorologa: il sole è troppo sole, la pioggia…è troppa pioggia e via dicendo.
Più correvo e più mi convincevo che era il miglior modo di onorare la giornata, cosa che mia nonna ho onorato tutti i giorni. Da quando era piccina con ben 14 fratelli a quando è diventata sposa, mamma e nonna. Con la sua grande forza fisica e un testa dura come pochi ha lavorato la terra sino ai 70 anni, e quale modo migliore di ringraziare e godere della natura.
A fine corsa un bel sorriso mi è affiorato, ho ringraziato la nonna, che di sicuro mi ha visto, e le ho detto di non tritare tanto le scatole al nonno. A lei dedicherò dolci ricordi, magari proprio quando avrò bisogno di un bel sorriso sul mio volto.
Un dolce bacio a
Gusto e Malvine.
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